Seriana S.p.A.

July 16, 2025

Rinforzo pilastri in cemento armato: tecniche antisismiche e vantaggi pratici

Quando si parla di rinforzo pilastri in cemento armato si fa riferimento a una serie di interventi studiati per aumentare la capacità di resistenza agli sforzi di compressione e di taglio cui sono sottoposti; a sopportare gli sforzi di trazione è dedicato invece l’acciaio, che ne costituisce l’armatura. In questo articolo vedremo quali sono le pratiche più diffuse nel settore per il rinforzo di queste sezioni e come vengono applicate.

Perché rinforzare i pilastri in cemento armato?

I pilastri sono gli elementi verticali che trasferiscono i carichi dagli impalcati alle fondazioni e, nel caso in cui i pilastri sono sottodimensionati rispetto le sollecitazioni cui è sottoposto quotidianamente l’edificio (es. presenza di carroponti), nonché in caso di sollecitazioni da parte di forze esterne di origine naturale, come i terremoti, possono manifestarsi deterioramenti capaci di compromettere l’integrità della struttura assolutamente da non trascurare. Un sistema di rinforzo pilastri in cemento armato mirato consente di incrementare la resistenza a compressione, taglio e flessione, migliorare il confinamento del calcestruzzo, restituire duttilità alla sezione — fattore essenziale per dissipare l’energia sismica — e adeguare la struttura alle prescrizioni delle NTC 2018.
Questa tipologia di intervento rientra nelle opere di retrofit volte a migliorare il comportamento globale della struttura dell’edificio.


Tecniche principali di rinforzo pilastri

Incamiciatura dei pilastri in cemento armato

L’incamiciatura in cemento armato è l’intervento tradizionale più diffuso. Si comincia eseguendo una scarificatura del copriferro per migliorare l’aderenza con il nuovo getto, si posa un’armatura aggiuntiva collegata a quella esistente mediante connettori o tasselli passanti e, infine, si effettua un getto di calcestruzzo autocompattante (SCC) o di malta fibrorinforzata a spessore ridotto — in genere fra 6 e 8 cm — che aumenta la sezione resistente. Tra i principali vantaggi ci sono l’incremento significativo di resistenza e rigidezza, il confinamento del nucleo originale con conseguente aumento della duttilità e l’elevata durabilità garantita dall’impiego di conglomerati ad alte prestazioni.

Incamiciatura dei pilastri in acciaio

Quando gli spazi operativi sono ridotti o occorre limitare il peso complessivo, si opta per l’incamiciatura in acciaio. La tecnica prevede l’applicazione di placche continue saldate o fissate tramite dadi che avvolgono il perimetro, oppure di calastrelli discontinui fissati con pioli o tasselli disposti a maglia fitta. In questo modo l’acciaio lavora a trazione e a compressione collaborando con il calcestruzzo, senza determinare un sensibile aumento della sezione. I vantaggi sono la pressoché invariata dimensione del pilastro, la rapidità di installazione grazie all’utilizzo di elementi prefabbricati avvitati o saldati in sito e la possibilità di smontare o ispezionare il rivestimento nel tempo. È bene tenere a mente la necessità di mettere una protezione anticorrosiva — ottenibile con verniciature o zincatura — che assicura la durabilità del rivestimento in acciaio; va inoltre considerato che l’investimento iniziale è mediamente superiore rispetto a una soluzione in calcestruzzo.


Come scegliere la tecnica più adatta

Per scegliere la tecnica corretta è utile analizzare diversi criteri — tra cui spazio disponibile, variazione di rigidezza, peso aggiunto, durabilità, velocità di posa e costo — confrontando le due soluzioni in modo da individuare il miglior compromesso tra prestazioni, costi e logistica.

CriterioIncamiciatura in cemento armatoIncamiciatura in acciaio
Spazio disponibile6-10 cm per lato3-5 cm
Variazione rigidezzaAltaMedia
Peso aggiuntoMedio-altoBasso
DurabilitàMolto altaDipende dalle protezioni
Velocità posaMediaAlta
Costo indicativo Basso-medioMedio-alto


Fasi operative standard di un intervento

Un intervento standard parte con indagini distruttive e non distruttive (carotaggi, pacometrie, sclerometrie) e con il progetto esecutivo modellato in FEM, che definisce spessore della camicia e materiali. Allestito il cantiere e messe in sicurezza le aree, si procede alla scarificatura del copriferro e alla pulizia delle superfici, quindi si installano i collegamenti meccanici e l’armatura supplementare o le placche in acciaio, per poi completare con il getto o il fissaggio del rinforzo. Dopo la maturazione del materiale si svolgono i controlli di qualità (prove pull‑out, carotaggi) e, infine, si ripristinano le finiture e si rilascia la certificazione di conformità. In questo modo il pilastro riacquista piena efficienza strutturale, pronto a sopportare le sollecitazioni sismiche future.


Monitoraggio post‑intervento

Il monitoraggio post‑intervento si basa su sensori IoT che registrano in tempo reale il comportamento sismico dei pilastri rinforzati. I dati alimentano un gemello digitale dell’edificio, grazie al quale è possibile individuare tempestivamente eventuali anomalie e verificare costantemente le prestazioni degli elementi strutturali. Il monitoraggio continuo rientra nella strategia di sicurezza complessiva: i riscontri ottenuti dal campo permettono di ottimizzare le soluzioni adottate e di programmare in anticipo eventuali azioni correttive.


Il rinforzo dei pilastri in cemento armato costituisce la chiave per trasformare un edificio vulnerabile in una struttura sicura e conforme alle normative antisismiche correnti.
Interventi progettati e realizzati con competenza assicurano analisi accurate, materiali di alta qualità e cantieri ottimizzati, ottenendo il miglior rapporto fra costo e sicurezza.
Se vuoi richiedere una valutazione preliminare del tuo capannone, contattaci, è il primo passo per un patrimonio edilizio più resiliente e duraturo. 

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