Seriana Edilizia

April 28, 2023

Italia e Balcani le zone più a rischio stando alla mappa sismica europea.

Non è una novità, gli eventi degli ultimi secoli ci hanno mostrato chiaramente che l’Italia è un Paese con un rischio sismico notevole, variabile lungo tutto il suo territorio, ma quale è quello degli altri stati europei?

La mappatura del rischio sismico Europea

Ce lo dicono i ricercatori di SHARE, progetto finanziato dall’Unione Europea con lo scopo di scattare una fotografia dello stato della situazione sismica In Europa e dintorni.
Grazie al confronto di dati provenienti da più di 30.000 terremoti europei con magnitudo maggiore o uguale a 3,5 gradi della scala Richter a partire dall’anno 1000, e considerando i loro danni, hanno prodotto una mappa che rappresenta in maniera il più scientificamente accurata possibile il rischio sismico dei territori.

Questi dati sono stati ottenuti dall’archivio storico dei terremoti europei (AHEAD) e successivamente incrociati con i moderni dati delle faglie sismicamente attive in Europa: un totale di 1100 faglie che coprono una lunghezza complessiva di 64.000 km.

Il risultato finale è stata una singola mappa (quella qua sopra) che raffigura cromaticamente il rischio sismico delle varie zone dove il colore viola/rosso rappresenta le zone con una probabilità più alta di terremoti potenzialmente gravi.
La mappa ipotizza ci sia una probabilità del 10%, o più, che entro 50 anni avvenga un terremoto del livello di sismicità assegnato nelle aree mappate.

La mappa identifica che i Paesi più esposti ad eventuali eventi sismici sono quelli della zona balcanica e di quella mediterranea, compresa ovviamente l’Italia.
Sono anche riportate alcune zone ad alto rischio isolate, come quella di vicino a Lisbona in Portogallo, Bruxelles in Belgio, vicino a Budapest in Ungheria e lungo la catena montuosa dei Pirenei.
I “punti caldi” nelle zone di Budapest, Lisbona e Bruxelles sono stati identificati per via di una frequenza di terremoti passati da non sottovalutare, mentre la zona dei Pirenei occidentali è collegata alla geologia della zona, che ospita una faglia attiva.

Il rischio sismico

Il rischio sismico non si valuta esclusivamente dalla frequenza di terremoti, ma anche dall’entità dei potenziali danni che potrebbero evincere in una determinata zona.
Chiaro è che una zona altamente popolata rischia di subire danni maggiori (inteso sia alle strutture ma soprattutto alle persone) rispetto ad una zona scarsamente popolata o disabitata.
Inoltre anche i singoli edifici di un unica zona possono avere reazioni differenti ad una sollecitazione sismica a seconda di diverse caratteristiche, come quelli strutturali o di destinazione d’uso, che identificano una classe di rischio sismico specifica.

Da anni Seriana S.p.A. si impegna a sensibilizzare il più possibile aziende sull’importanza della prevenzione sismica, perché, malgrado l’alta potenzialità che si verifichi un sisma nel nostro paese, esistono modi per non farsi cogliere impreparati, la consapevolezza e la conoscenza sono sicuramente un primo passo.
I dati evidenziati da questa mappatura sono molto importanti al fine di capire le zone dove è più necessario agire in maniera preventiva, con interventi di miglioramento o di adeguamento sismico, per ridurre il più possibile i potenziali danni causati da un terremoto.
C’è anche da specificare che le aree evidenziate come più a rischio, sono anche quelle con una percentuale elevata di capannoni industriali non al passo con le vigenti normative antisismiche, elemento che fa parte, e non in maniera indifferente, del calcolo del rischio sismico di un intera regione.
Da qui si evince che mettendo a norma di sicurezza un buon numero di edifici si può potenzialmente ridurre di molto il livello di esposizione di una zona.

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