Seriana Edilizia

December 17, 2022

Esempi di Intervento per il miglioramento sismico su un capannone industriale

Per i capannoni industriali si può intervenire sia con interventi locali per l’installazione di sistemi di vincolo puntuale in carpenteria, o con opere di miglioramento sismico, come ad esempio l’installazione di shock transmitters, dispositivi di vincolo dinamico che si attivano sotto sisma creando un complesso strutturale compatto con una risposta unica all’azione del terremoto.

Nei capannoni industriali questa tipologia di intervento viene spesso fatta unitamente al ringrosso di alcuni pilastri, poiché in alcune zone c’è la necessità, nel momento in cui i corpi vengano resi solidali uno con l’altro, di ringrossare alcune sezioni di pilastri.

Può anche divenire necessario installare degli elementi di collegamento tra i corpi principali e le strutture accessorie laterali, al fine di completare la messa in sicurezza; esistono giunti che possiedono diverse capacità di carico, adattabili alla tipologia dei transiti che avvengono nei prefabbricati.

Questi sono solo alcuni dei metodi con i quali è possibile rendere antisismico un capannone, vediamoli più in dettaglio.

capannone industriale dopo un intervento di miglioramento sismico
Struttura prefabbricata migliorata sismicamente

Come si interviene con gli shock transmitter

Nel caso in cui i giunti esistenti nel prefabbricato siano scarsi in termini di ampiezza e quindi ci sia un’alta possibilità che avvenga un fenomeno di martellamento tra i vari corpi dell’edificio, una strategia per intervenire sismicamente è tramite l’installazione degli shock transmitter, dispositivi con i quali si va a creare un collegamento rigido, non dissipativo, tra due strutture diverse o due elementi strutturali della stessa costruzione.
Questi vincoli sono installabili tra tutti i corpi strutturali di uno o più edifici adiacenti, ne consegue che sotto sisma queste componenti diventano un unico corpo strutturale, muovendosi all’unisono, senza che avvenga un martellamento che potrebbe aggravare in modo rilevante gli effetti di un potenziale terremoto.

In pratica gli shock transmitter, o shock absorber, consistono in pistoni oleodinamici che mitigano la trasmissione di forze impulsive.
Di contro bisogna fare attenzione alla verifica del nuovo comparto strutturale in quanto, la nuova struttura che si viene a creare, figlia delle singole strutture collegate, potrà presentare delle irregolarità a livello di pianta e di altezza che potrebbero andare ad incrementare le sollecitazioni sismiche.

Come si interviene con strutture di controvento

In alcuni casi si interviene realizzando internamente ma nella maggior parte all’esterno, delle strutture con una grande rigidità che vadano ad assorbire la quasi totalità delle forze sismiche dell’edificio. Di solito queste strutture sono dei setti in c.a. o delle torri controventanti che vengono collegate alla struttura principale. Questo tipo di intervento è difficilmente realizzabile per gli edifici prefabbricati in quanto si adatta di più agli edifici in opera o alle palazzine.

Si prevedono dei controventi metallici, il più delle volte di parete, al fine di aumentare la resistenza dei telai alle forze orizzontali, in modo similare a quanto accade per le strutture metalliche. A volte, si prevedono anche controventi di falda al fine di andare a realizzare in copertura un piano assimilabile al piano rigido che dia all’edificio un comportamento omogeneo di piano.

Come si interviene sui pilastri in cemento armato

I ringrossi sono una tipologia di intervento che serve per rinforzare i pilastri di una struttura prefabbricata.
Chiamati anche ringrossi di pilastro, all’atto pratico consistono nella realizzazione di una camicia perimetrale aggiuntiva, con un’armatura integrativa che è connessa al pilastro tramite dei dispositivi meccanici, ovvero delle viti HUS con certificazione sismica C2, specificatamente studiate per questa funzione.

In seguito viene fatto un getto con una malta fibrorinforzata (un betoncino fibro rinforzato) che ha la caratteristica di avere delle resistenze meccaniche molto elevate con spessori ridotti (un minimo di 6-8 cm), al fine di massimizzare la resistenza del pilastro del capannone con la minima aggiunta di materiale.
Si prevede anche la scarnificatura del copriferro per poter garantire una migliore aderenza tra calcestruzzo esistente e nuovo.

Come si interviene con i giunti, elementi di collegamento

Quando è possibile si realizzano dei tagli nelle strutture prefabbricate, per la realizzazione di giunti sismici al fine di andare a creare delle piante il più possibili regolari (quadrate o rettangolari). Infatti la regolarità in pianta è un indice di buona resistenza dalle azioni sismiche in quanto evita deformazioni torsionali dovute alla struttura a causa dell’eccessiva distanza in piano fra il centro di massa e delle rigidità.

E’ rilevante sottolineare che generalmente 10 cm sono sufficienti per installare questa tipologia di giunti e, al fine di garantire la pedonabilità, evitare infiltrazioni d’acqua, e garantire il corretto movimento dei capannoni prefabbricati, questi elementi vengono in genere applicati alle solette in calcestruzzo dei pavimenti.
Esistono numerosi tipi di giunto, classificati anche in base alla capacità di carico, infatti alcuni giunti possiedono la garanzia di carrabilità mentre altri, più piccoli, sono esclusivamente pedonali.

Come si interviene con vincoli dissipativi

L’introduzione di elementi dissipativi nelle connessioni tra pilastri e travi, va a diminuire di molto l’energia sismica che si riversa sulle strutture sismoresistenti del capannone prefabbricato, vale a dire i pilastri. Infatti questo tipo di vincolo, avendo la possibilità di deformarsi elasticamente durante un evento sismico, permette di dissipare l’energia sismica dell’edificio; importante è la caratteristica di rigidezza di queste connessioni, che devono essere progettate al fine di attivarsi in funzione dell’accelerazione di progetto.
Altra nota importante per questi tipi di sistemi è la presenza di un diagramma isteretico abbastanza ampio per poter dissipare la maggior energia possibile e garantire, come da normativa, un valore minimo di 10 cicli.

L’entità dell’intervento antisismico svolto e del risultato ottenuto è sempre condizionata dal livello di sicurezza da cui si parte, e, quando si intraprende un percorso di riqualificazione sismica del patrimonio immobiliare esistente è bene ricordare che gli interventi finalizzati a migliorare il grado di resistenza sismica sono opere detraibili grazie all’agevolazione fiscale Sismabonus, ottenibile fino al 31 dicembre 2024.

Un buon obiettivo da raggiungere in termini di indice di sicurezza sismica post-intervento (ISV), può essere pari al 75%, che è sostanzialmente la resistenza dell’edificio esistente paragonato ad una nuova costruzione, che è appunto il 100%.

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